Il 6 marzo 1964 un gruppo di giovani appassionati della montagna si riunivano al “Bar Ciso” in Via della Selva a Oltrecastello per discutere la possibilità di fondare un Gruppo SAT a Povo. Alla riunione, presieduta dal dottor Renzo Graffer, erano presenti una cinquantina di giovani. Si decideva di costituire un Comitato Organizzatore composto da: Carlo Segatta, Armando Pedrotti, Marco Gretter, Elio Pontalti e Sergio Furlani.
Venti giorni dopo, presenti 56 persone, si votava il primo Direttivo e risultavano eletti: Carlo Segatta, Presidente; Armando Pedrotti, Vicepresidente; Sergio Furlani, Segretario; Flavio Furlani – Marco Gretter – Diego Marchel e Elio Pontalti, Consiglieri; MariaAntonia Merz in seguito nominata cassiera.
La prima preoccupazione della neo costituita Direzione era la ricerca di una sede per la società, sede che veniva presto trovata in Pantè di Sotto, presso casa Rangoni.
In questo primo anno di vita c’era spazio anche per discutere sull’abuso del gioco della mora in sede; a favore del’abolizione votarono in 5; uno soltanto votò perché rimanesse.
Intanto si organizzavano le prime gare, le rassegne corali e i concorsi fotografici
I luoghi per cimentarsi in montagna i soci poèri della SAT li trovano appena fuori dell’uscio di casa: sono il Chegul e la Marzola.
Nel maggio del 1965 veniva posizionato il libro vetta sulla Campanella in Chegul. Affascinante è la storia della “Via dei Falchi” con la famosa “Campanella”, luoghi che ricordano i primordi dell’alpinismo sulla nostra montagna. La riproponiamo attraverso la testimonianza di Sergio Bonvecchio, negli anni Settanta capogruppo rocciatore SAT.
“Salendo da Borino verso il Castelet e fermandosi alle fratte di Piananova, alzando lo sguardo in alto si vede un’imponente torre di calcare grigio, che si innalza dal verde dei mughi e si staglia contro l’azzurro del cielo. Seguendo con lo sguardo attento il filo dello spigolo si scorge in alto una campana.
Era il 1932 quando due giovani alpinisti poèri, Attilio Cagol (Falco) e Tullio Pizzinini (Cosacco), calandosi dall’alto, appesero la campana a due tubi infissi nella roccia. Sopra di essa posarono un falco di ferro con le ali spiegate, per loro simbolo di libertà. In seguito salirono lo spigolo che presenta difficoltà di 4°.
Ho conosciuto Attilio negli anni 1970 quando ho cominciato a praticare alpinismo assieme ai suoi figli Gianni e Maurizio Era un uomo a prima vista rude, ma dall’animo generoso e altruista. Io restavo ad ascoltarlo per ore, quando mi parlava dei falchi e delle sue avventure in montagna: la salita alla Vigolana con un sacco di cemento in spalla assieme alla guida Bruno Detassis per fissare la Madonnina sopra l’attuale bivacco; la partenza da Povo in bicicletta per scalare l’Ortles (m.3899); le salite in Marzola con gli sci per poi scendere “alla telemark” fino a Roncogno a trovare Assunta.
La mia prima salita sulla “Via dei Falchi” è stata nel 1965 con il forte scalatore Romeo Destefani, purtroppo scomparso. Da quel giorno quello spigolo divenne la mia palestra…
Era la sera del 24 dicembre 1974, non c’era neve, il cielo era nero, scendeva una pioggia sottile che a contatto con il suolo ghiacciava. Elio nello zaino aveva la corda ed il materiale, il mio era pieno di torce a fuoco lento: la nostra idea era di illuminare lo spigolo. Alle 22 arriviamo alla base e ci leghiamo, ci accorgiamo subito che la roccia è come il vetro, Elio sale per primo, io lo seguo fissando con il filo di ferro le torce ai chiodi e le accendo. All’una arriviamo in cima fradici, ci scambiamo gli auguri di Natale e scendiamo in paese….
Di ritorno dalla Valle d’Aosta nel 1975 dopo aver scalato il Cervino con Giorgio e Maurizio, arrivato a casa apprendo che Attilio è grave all’ospedale. Andiamo a trovarlo e gli comunichiamo della nostra salita. Ci da la mano e con un filo di voce si congratula con noi. Poi con un cenno della mano mi chiama e mi dice: “Sergio, quel dì che vago ai cipresi, fame en piazer, va su e soneme la campanela”.
Lo lascio con una promessa muta ed un nodo alla gola. È il 15 ottobre e mi incammino lentamente assieme al mio amico Elio lungo i ghiaioni del Chegul. Ci leghiamo alla corda come tante volte ma senza dire una parola e arrampichiamo fino alla campana. Guardo la valle sotto di noi, vedo la gente uscire dalla chiesa e andare verso il cimitero, allora suono la campana... la “sua campanela”, osservo il falco di ferro con le ali spiegate e penso ad un grande amico che non mi ascolterà più al ritorno dalla montagna.
Nel 1965 si organizzò un tentativo per esplorare la “Busa del Vent” in collaborazione con la SAT di Fondo; vi parteciparono i poèri Carlo Segatta, Mario Andreatta, Massimiliano Baldessari, Flavio e Giulio Furlani, Franco Giacomoni, Andrea Marchel, Aldo Nichelatti, Giorgio Pucher e Silvio Zanetti.
A partire dal 1965 sulla montagna che sovrasta il sobborgo la SAT organizza la “Festa in Chegul” e propone la competizione “Trofeo amici della Montagna”.
Con il 1970 la SAT veniva sfrattata da casa Rangoni, fino a quel momento sede associativa. Dopo alcuni mesi di trattative con l’allora cappellano don Filippo Boninsegna, ai “satini” veniva reso disponibile il “Circolo amici” presso la canonica. Da quel momento e per alcuni anni il “Circolo amici” era gestito “in condominio” fra la Sat e il Gruppo giovani che fa capo all’oratorio.
Nel 1974 Carlo Segatta lasciava la presidenza a Giorgio Pucher il quale, con qualche interruzione, guiderà la sezione per una decina d’anni.
Il 1970 era anche l’anno del primo, importante Concorso fotografico, concluso con la presentazione di decine di scatti del sobborgo. Con quel materiale veniva allestita un’esposizione, visitata da più di 500 persone.
Gli anni Settanta vedono la SAT impegnata nell’organizzazione di una Rassegna corale in primavera e della Festa in Chegul durante l’estate. Per iscritti e simpatizzanti in autunno c’è la castagnata sociale.
Nasceva nel 1973 la tradizione della “fiaccolata alla Campanella” nella notte di Natale e nel 1976 veniva fatta la manutenzione del sentiero che dai Piani porta alla Croce del Chegul.
Nel 1978 la sede dell’Associazione si trasferiva dall’oratorio ai locali dell’attuale “PizzaRio”. In questo stesso anno si inaugurava, alla presenza di Giorgio Tononi, Sindaco di Trento, il sentiero attrezzato “Giordano Bertotti” ideato da Carlo Segatta e realizzato dopo due anni di lavoro.
Nell’84 la SAT cambia sede, trasferendosi in una delle “baracche” in precedenza adibite ad aule per la scuola elementare.
Intensa come sempre l’attività della sezione, attività che spazia dalla Rassegna corale presso il teatro “Concordia” alla Festa campestre in Chegul, dalle gite sociali al concorso fotografico per finire con la fiaccolata che nella notte di Natale illumina la “Via dei Falchi” alla Campanella sul Chegul.
Dalla metà di questo decennio la SAT ha aggiunto l’iniziativa, per il giorno dell’Epifania, dell’arrivo della Befana in carne ed ossa, vecchietta con la scopa che scende dal campanile ai piedi della grande tuia illuminata per distribuire dolci ai bambini.
Fra la notevole attività prettamente alpinistica da segnalare l’apertura di una nuova via sul Monte Predicola alla Rocchetta. La via si chiama “Spigabema”, acronimo formato dalle sillabe dei nostri alpinisti: Spina, Gabito, Bestia e Marco, soprannomi rispettivamente di Mauro Giovanazzi, Franco Piffer, Franco Corn e Marco Lievore.
La SAT e la difesa dell’ambiente: ecco il concorso di disegno dell’86 riservato ai ragazzi della scuola elementare sul tema “Rispettiamo la cultura e l’ambiente per salvare la nostra terra”. Un argomento quanto mai attuale dopo il disastro di Cernobyl, che ha sollecitato la fantasia dei 73 ragazzi partecipanti all’iniziativa.
Due le iniziative da ricordare per il 1988: la messa in sicurezza, con opportuna chiusura, del profondo pozzo in cima a Monte Celva e i festeggiamenti per il 25° dell’Associazione con la partecipazione del Coro SOSAT.
Sul finire del decennio diventa presidente della locale sezione SAT Franco Giacomoni.
Questo decennio continua sotto la presidenza di Franco Giacomoni, iniziata nel 1988 e che dura fino al 1997, quando il testimone passa a Rocco Mucedola
Tra le iniziative per la protezione dell’ambiente è da segnalare una lettera alla Circoscrizione per la salvaguardia di siti di particolare interesse, quali la Valle dell’Orco, gli “Stoi” del Chegul e la strada che porta in Maranza.
Come da tradizione l’anno inizia con la Festa della Befana, che vede la partecipazione di centinaia di bambini in attesa della “vecchia” signora e poi si trasforma in un momento di solidarietà per chi ha meno di loro.
Nel maggio del 1993, dopo due anni di lavoro, veniva inaugurato il bivacco “Malga Nova”.
Fra le serate di attività culturali, nel 1997 si sensibilizzava la popolazione sul degrado delle polveriere di Pramarquart, allestendo allo scopo una mostra fotografica.
Nel 1999 la sezione organizzava il primo Trofeo “Luisa Lunelli”, gara di corsa in montagna con partenza e arrivo a Oltrecastello.