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Storia del Circolo Acli di Povo (foto)

La nascita del Circolo Acli

La decisione di costituire un Circolo Acli (Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani) a Povo risale al gennaio del 1953. In quegli anni la maggioranza della popolazione era composta da operai e contadini e si sentiva la necessità di un’organizzazione che potesse dare voce agli abitanti di una collina bisognosa di nuovi stimoli dal punto di vista socio-culturale.

Nel gennaio del ‘53 un gruppo di poèri in canonica, alla presenza dell’assistente diocesano don Rodolfo Pizzolli, dava vita al Circolo locale.

Del gruppo facevano parte: i maestri della scuola elementare Isidoro Trentin e Felice Manzinello, il delegato del sindaco Attilio Pontalti, Giuseppe Marchi, Rodolfo Scoz, Remo Andreatta, Bruno Bertotti, Edoardo Ianes, Luigi Mayer, Luigia Boschetti, Annamaria Tomasi e, naturalmente, l’arciprete don Lino Tamanini. Si trattava di un Comitato provvisorio deputato a definire le linee guida del Circolo.

Un mese più tardi il teatro Concordia ospitava la prima assemblea generale per la costituzione del Circolo, alla quale partecipavano più di 150 operai. Erano uomini e donne impiegati negli stabilimenti Michelin, Caproni, Sloi, Prada, Officine Lenzi, Fonderie Battisti e varie imprese di costruzioni: alla fine della serata aderivano al movimento 50 persone.

Questa la prima Direzione del Circolo: presidente Remo Andreatta, vice Natale Trentini, segretario Giuseppe Marchi, cassiere Gino Merz, consiglieri Floro Maule e Rodolfo Scoz. Dopo Andreatta i presidenti furono nell’ardine: Floro Maule, Felice Manziniello, Isidoro Trentin e all’inizio del ‘62 Giuseppe Lunelli.

Nel 1954 le ACLI organizzavano un corso rivolto ai giovani dove si insegnava disegno, matematica e geometria; erano quattro sere in settimana, per un totale di ottanta lezioni serali, con bel 55 giovani iscritti.

Fin dall’inizio la Direzione del Circolo puntava molto sulle attività ricreative, sui divertimenti, sul “primo turismo”. Con le Acli, per la prima volta, molti poèri poterono vedere un “pezzo di mondo” con le tradizionali gire organizzate annualmente

La costruzione del Castelet

Nella seduta del 13 maggio 1955 le Acli di Povo deliberavano di erigere un capitello, per celebrare il decennale di fondazione del movimento a livello nazionale. Si voleva una struttura dedicata alla Madonna e realizzata con sassi disponibili sul posto in località Castelet, a metà strada fra il passo del Cimirlo e Maranza. Un intervento concluso a tempo di record; il capitello veniva infatti inaugurato il 25 settembre ‘54, dopo solo quattro mesi di lavoro.

Le Acli dal 1960 al 1970

Il circolo ACLI ha proposto nel sobborgo il dibattito su temi importanti e di attualità, riscuotendo quasi sempre grande partecipazione di pubblico.

Le conferenze, allora chiamate “incontri sociali”, erano e sono un punto fermo nell’attività del Circolo fino ad oggi. Importante è stata anche la stretta collaborazione con dottor Mauro Bertoluzza, intervenuto in molte occasioni sui temi dell’educazione sanitaria, dell’alimentazione nello sport, dell’uso e abuso dei farmaci, delle sofisticazioni alimentari.

L’impegno sociale di volontariato dei soci si concretizzava anche nell’organizzazione di un corso per il conseguimento delle patenti di guida (anno 1963), altre volte nel taglio e trasporto gratuito della legna da ardere a famiglie in difficoltà.

Il servizio Acli Terra, prima affidato a Isidoro Trentin e poi a Ruggero Giacomoni, teneva aggiornati gli agricoltori sulle modalità per accedere ai contributi provinciali che finanziavano l’acquisto di macchinari e il rinnovo degli impianti dei frutteti o dei vigneti.

L’8 dicembre del 1964, alla presenza di numerose autorità, le ACLI inauguravano la gestione del bar Pecoretti, situato sulla piazza principale del paese. Il bar offriva ai soci aclisti la fruizione di una sede fissa per le riunioni ed era luogo ideale ove ritrovarsi e socializzare.

Attività delle Acli fra il 1970 e l’80

In questo decennio la Direzione aclista è alla ricerca di una casa in montagna adatta alle attività ricreative del Circolo e ad ospitare famiglie del sobborgo per brevi periodi di vacanza.

Inizialmente veniva trovato un accordo con i proprietari di una baita in val dei Mocheni, baita che in tre mesi fu ristrutturata e inaugurata. Così in molti, per un decennio, poterono usufruire a prezzo sociale di una struttura ospitale in un ambiente di impareggiabile bellezza. Scaduto e non più prorogato il contratto, si ricominciava l’esperienza a Montesover. Anche in questo caso, disponibilità decennale, tanto lavoro di sistemazione e ambiente naturale egualmente affascinante.

Queste strutture permettevano lo svolgimento di una funzione sociale, quella ricreativa, molto importante, il mantenimento di un legame genuino con la popolazione, la sopravvivenza economica del circolo, lo svolgimento delle feste d’estate, punto fermo nell’ attività delle ACLI.

Attività “aclista” dal 1980 al 1990

In questo decennio presiede il Direttivo Antonio Maule, al quale subentra Luciano Giacomoni e poi Bruno Pedrini.

In paese il Circolo ACLI organizza nell’82 corsi di educazione sanitaria e di cucina, mentre vengono proseguiti con regolarità gli appuntamenti fissi come la Festa del I° Maggio al Castelet e la Festa d’estate per famiglie alle baite prima di Brusago e poi dall’88 a Montesover.

Il Patronato ACLI

Sono migliaia le persone del nostro sobborgo che in più di 60 anni di attività del Patronato hanno usufruito di questo servizio offerto loro gratuitamente per il disbrigo di pratiche di natura assistenziale, previdenziale e fiscale. Servizio istituito nello stesso momento di fondazione del circolo ACLI, dunque nel lontano 1953.

Il primo “addetto sociale” – con questa parola veniva chiamato allora chi svolgeva quest’incarico – è stato il maestro Felice Manziniello che ha svolto il mandato sino alla fine degli anni Cinquanta. Gli subentrava Ruggero Giacomoni che si dedicava a questo servizio tutte le domeniche dopo la “Messa cantada”, come veniva chiamata la Messa delle ore 10.00, con un recapito ubicato presso gli uffici della Famiglia cooperativa del sobborgo. Dal 1970 ad oggi il servizio di Patronato è assicurato dalla disponibilità di Bruno Pedrini.

Le ACLI a fine Novecento

Nel 1997, scaduto il contratto di affitto con il comune di Sover per l’utilizzo della baita Malga PAT, l’Azienda Forestale dava il via libera all’utilizzazione della cascina ex Roccolo Chesani al passo Cimirlo e il Consiglio Circoscrizionale assegnava questa struttura al Circolo ACLI di Povo. Ad oggi Baita Chesani è tuttora utilizzata da questa associazione.

Nella affollata Assemblea del gennaio 2000, il presidente Gabriele Bertotti poteva elencare ai soci le tante iniziative di solidarietà promosse dal Circolo ACLI. Ricordava che le offerte raccolte in occasione della “Festa del Primo Maggio”, durante la “Festa d’estate”e con la “Lotteria del Rosario” erano state destinate in beneficienza al patronato Acli di Trento, al teatro parrocchiale di Povo, per i profughi del Kossovo, per gli alluvionati dell’Ecuador, per il progetto delle Acli trentine in Somalia ed infine per la partecipazione alla costituzione della Banca Etica.